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Materiali di origine industriale recuperati per l’arte

Reinhard Mucha, artista contemporaneo tedesco, è stato presentato all’interno di un’antologica intitolata “Schneller werden ohne zeitverlust (Accelerare senza perdere tempo)”.

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Die Verwandlung, 2016 Ph credit: Galleria Lia Rumma

La sua ricerca si innesta nel campo artistico su riferimenti, più o meno indiretti, alla Minimal Art, al Postminimalismo e, più in generale, all’architettura e al design.

Le sue opere sono frutto di riflessioni critiche  sulle istituzioni museali e gli aspetti a queste annessi; viene posto un accento sul senso di caducità, transitorietà e drammaticità.

La mostra, che presentava visioni collegate all’archeologia industriale, era in stretto dialogo con l’ambiente che la ospitava. Infatti, si era svolta all’interno di una galleria sorta sulle ceneri di un vecchio capannone industriale, uno stabilimento produttore di valvole.

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Galleria Lia Rumma, Milano. Si tratta di un vecchio edificio industriale ristrutturato. Ph credit: italiastraordinaria.it

Per altro, lo studio tedesco dell’artista si trova all’interno di una delle ex aree dell’industria pesante di Dusseldorf. Da questi luoghi, arrivano le fotografie di macchinari industriali dell’istallazione The Wirtschaftswunder – To the People of Pittsburgh(1991-2016), messe in relazione con il video “Hidden Tracks (2014). Ne risulta una narrazione del rapporto tra lavoro e potere nell’epoca della modernità industriale, senza tralasciare l’aspetto dell’identità collettiva. E’ un artista  poliedrico per l’utilizzo di molteplici arti visive.

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The Wirtschaftswunder – To the people of Pittsburgh ( Il miracolo economico – Per i cittadini di Pittsburg III) Ph credit: Galleria Lia Rumma
Dettaglio Ph credit: Galleria Lia Rumma
Dettaglio, The Wirtschaftswunder – To the people of Pittsburgh ( Il miracolo economico – Per i cittadini di Pittsburg III) Ph credit: Galleria Lia Rumma
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Film inedito: Hidden Tracks Ph credit: Galleria Lia Rumma

Le sue opere sono realizzate con materiali di origine industriale e di recupero; si conformano come frammenti di un’archeologia della contemporaneità.

Di forte impatto per il visitatore, era l’opera “Insel der Seligen (Isola dei Beati)”, posizionata nella prima sala.  L’artista attraverso una stratificazione di elementi, riesce a creare diversi spunti di lettura. Al di sopra di un letto di macerie di demolizioni, ricostruisce un tetto di tegole. La visione, ostentatamente provocatoria, rimanda alla sensazione del dramma e offre una riflessione sulla realtà urbana.

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Insel der Seligen ( Isola dei beati) Ph credit: Artslife
Ph credit: Galleria Lia Rumma
Ph credit: Galleria Lia Rumma
Ph credit: Galleria Lia Rumma
Ph credit: Galleria Lia Rumma

Fonti:

Visita personale alla mostra “Schneller werden ohne Zeitverlust (Accelerare senza perdere tempo)” presso la Galleria Lia Rumma di Milano; utilizzo del materiale informativo fornito.

Isola dei Beati

Rivista “Flash Art”