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Accenno di fotografia per l’archeologia industriale

“La fotografia per i beni culturali” è il titolo del progetto, presentato dagli studenti del corso di “Valorizzazione dei beni culturali” in occasione della terza edizione di Accademia Aperta.

Ph credit: Accademia di Belle Arti di Brera

Nel corso degli ultimi 7 anni gli studenti dell’accademia di Brera hanno approfondito il tema della fotografia applicato ai beni culturali.

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Gli interni del MUDEC, il museo nato all’interno di un vecchio stabilimento industriale, Milano
Ph credit: Martina Lea

Da diverso tempo, questa specializzazione fotografica ha acquisito una certa importanza ed è stata in grado di allargare la platea degli estimatori.

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Ex-Tempini, Brescia
Ph credit: Beatrice Sbaraini

Sono stati presentati tra i diversi soggetti, scatti che rivelano e sopratutto documentano memorie di archeologia industriale presenti nel territorio lombardo e non. Ogni scatto seppur mosso da una volontà di conservazione, presenta visioni creative con sfumature estetiche dettate da ciascuna sensibilità.

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Vecchio stabilimento Cirio, Capaccio – Paestum (SA) Ph credit: Federica Taddeo

C’è da considerare che la fotografia applicata a questo settore non è da intendersi unicamente con un valore di mera riproduzione ai fini della documentazione, ma deve essere in grado di restituire valore e importanza allo sguardo e all’osservazione.

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Panificio Automatico Continuo, (Milano) Omaggio a Gabriele Basilico
Ph credit: Giulia Pegoraro

In questo articolo, non si vogliono fornire gli strumenti tecnici per realizzare una fotografia (che tipo di obiettivo utilizzare, che diaframma impostare etc.), ma vuole essere un suggerimento, uno stimolo ad osservare il soggetto con occhi carichi di senso critico, per poter tradurre in immagine le proprie impressioni.

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Gli interni del MUDEC, il museo nato all’interno di un vecchio stabilimento industriale, Milano Ph credit: Martina Lea

Oggi giorno, ovunque  siamo bombardati di immagini. Spesso,  per la diffusione dell’utilizzo dei social,  per la smania di creare memorie personali, premiamo il pulsante della nostra fotocamera in maniera continuativa, con gesto puramente meccanico. Si riduce tutto ad una continua ricerca di “belle immaginette”, escludendo qualsiasi possibilità di interrogazione e di autenticità di sguardo.

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Ex- Tempini, Brescia Ph credit: Beatrice Sbaraini

Quando ci allontaniamo da questo modus operandi, a favore di un atteggiamento più riflessivo, volto alla curiosità,  si riesce ad ottenere con più probabilità, una restituzione del tema non banale.

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Cristalleria Livellara Ph credit: Margherita Acerbi

Per far questo è però, di fondamentale importanza, iniziare un processo di individuazione consapevole del singolo tema (nel nostro caso archeologia industriale), in cui diventa possibile tradurre l’esperienza sensibile, con tutte la varianti che può offrire la suggestione estetica.

Le immagini erano esposte nella piccola mostra ormai conclusa.

Bibliografia:

Visita personale alla mostra, Agosto 2017

Accademia Aperta. La fotografia per i Beni culturali. NFC edizioni (Luglio 2017)