Il termine deindustrializzazione è correlato al tema delle aree dismesse, intese in certi casi, come veri e propri vuoti industriali.
In particolare, si tratta di vuoti che presuppongono un antecedente pieno industriale e sono il frutto di un lungo processo, che prende il nome “deindustrializzazione”.
Il termine deindustrializzazione presenta problemi di definizione. E’ dagli anni ’70, che inizia ad essere impiegato con una certa consapevolezza. Si intende, in generale, come:
“processo di cambiamento economico e sociale che avviene progressivamente in un dato territorio e comporta una riduzione del peso delle produzioni industriali, a favore della crescita del settore terziario.”
In Europa si possono riconoscere due fasi distinte del processo e delle sue conseguenze spaziali. Si distinguono per alcuni set variabili:
- processo di globalizzazione sia delle economie nazionali che globali,
- rapporto tra l’industria e la società; si è passati con il tempo da una società industriale ad una società di servizi.
- per le politiche pubbliche adottate,
- aspetti territoriali e spaziali (come vengono ristrutturate e de-localizzate le aree dismesse)
In maniera implicita si può dedurre che i due modelli/fasi necessitano di politiche e strumenti organizzativi diversi. A caratterizzare ogni fase saranno indubbiamente le cause, la localizzazione geografica, il settore industriale e la dimensione delle aree dismesse. Di conseguenza, possiamo affermare che il processo di deindustrializzazione evolverà differentemente per paese, territorio e settore industriale.
Si tratta di due periodizzazioni che non sono messe in relazione per un susseguirsi cronologico, ma presentano un background di natura differente. La prima fase per esempio anticipa la successiva, mentre la seconda mantiene dei residui della fase precedente:
- la prima negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, in cui il termine ha assunto una connotazione prevalentemente negativa. Molto spesso viene associato alla parola “declino”, che ha finito spesso per essere usato come suo sinonimo. La deindustrializzazione è il risultato non voluto di politiche sbagliate. In questo primo modello la possibilità di riuso industriale delle aree dismesse resta aperta.
- la seconda che arriva fino alla crisi del 2008; la deindustrializzazione è sentita come un bene, quasi come se fosse fisiologica. Il termine viene associato alla parola delocalizzazione. Qui le aree dismesse possono (debbono) essere riutilizzate per trasformazioni economiche e urbane che hanno definitivamente alle spalle il paradigma della città industriale.
Fonti:
- Partecipazione al convegno “Deindustrializzazione, trasformazioni e rigenerazioni”, 4 Ottobre 2017, in particolare intervento di Angelo Pichierri sui “Vuoti”.
- Dizionario online Treccani
Approfondimenti:
Esempi di deindustrializzazione: Porto Marghera, Ex Italcementi di Cividale