arte carrara

Lo scultore degli ingranaggi congelati


La retrospettiva “Sperimentazioni sulla forma” di Pipi Carrara, che comprende le opere realizzate tra la fine degli anni Cinquanta fino agli anni Duemila, si sviluppa in una scenografia espositiva che segue il modello del White Cube. Siamo all’interno di Spazio ParolaImmagine della GAMeC di Bergamo.

pipi carrara
Ph credit: GAMeC Bergamo

Il visitatore entra nella sala quasi in punta di piedi per non desacralizzare il silenzio che avvolge le opere, realizzate da un artista dal temperamento pacato e restio a voler esporre pubblicamente il frutto delle sue intime interrogazioni.

mostra bergamo

Disinteressato alle logiche del mercato dell’arte e al giudizio dei critici, muoveva la sua ricerca artistica concentrandosi unicamente su un’inestricabile questione: ” Come dare forma ad un’idea?”

Il bianco assoluto delle pareti pone l’attenzione sui materiali utilizzati dallo scultore bergamasco: legno, terracotta, gesso, bronzo. Ogni giorno, prima di ritirarsi nel suo studio, diceva: “Vado a lavorare”. Trascorreva il tempo rispettando gli orari di quell’artigiano che era stato prima di trasformarsi in artista. Infatti, la sua formazione inizia all’interno della bottega-laboratorio del padre, che produceva manufatti in cemento, e in seguito aveva proseguito con dei corsi all’Accademia di Carrara di Bergamo. Il suo “savoir faire” artistico è da circoscrivere all’interno di una grande consapevolezza tecnica, derivante dal retroterra culturale dell’artigianato minore di stuccatori e decoratori, marmisti ed ebanisti.

opere legno carrara
Senza titolo, anni Sessanta Legno, serie di 7 elementi

Le opere scultoree si articolano in molteplici figure che si manifestano estremamente astratte e statiche; archetipi che rievocano memorie di un tempo passato. La sua ricerca plastica si traduce in un linguaggio armonioso attraverso la contrapposizione fra le parti piene e vuote, che per via della loro complementarietà permettono all’opera nel suo complesso di stagliarsi facendo quasi da attrito con lo spazio circostante.

opera gesso pipi carrara
Senza titolo, 1979 Gesso Pipi Carrara

Ne risultano immagini iconiche con riferimenti a forme organiche o a composizioni meccaniche, che spostano l’attenzione dal fatto formale al piano concettuale.

gesso carrara
Senza titolo, anni ’80
Gesso
Pipi Carrara

Il maestro, medita sul tema dell’articolazione fra le parti per arrivare a plasmare le sue composizioni, ma nel momento del fissaggio nella materia fa emergere il suo ragionare unicamente come memoria, decontestualizzando i significati e il movimento originario si presenta sul piano simbolico.

“Avviene un rovesciamento dei ruoli, le opere (snodo o articolazione) prive del loro movimento diventano metafore dove il modello si trasforma esso stesso in una nuova realtà. I valori plastici svuotati della loro funzione si trasformano in narrazioni poetiche composte da fragili equilibri e delicate geometrie.”

legno carrara
Senza titolo, 1970
Legno
Pipi Carrara

Carrara ci propone attraverso le sue creazioni una riflessione per cui le speranze legate allo sviluppo tecnico-industriale dell’inizio del Novecento, per cui l’uomo avrebbe beneficiato del progresso, sembrano svanite. Cancellate le utopie di vite migliori resta solo la certezza del fatto poetico, in grado di evocare sentimenti di pura immaginazione.

Gesso Pipi Carrara
Senza titolo, anni ’80
Gesso
Pipi Carrara

Interessante, soprattutto la sua poetica della macchina, intesa come meccanismo. Non a caso la cerniera, la serratura, il giunto, l’incastro sono gli elementi più ricorrenti nelle sue opere.

gesso carrara
Senza titolo, 1972
Gesso
Pipi Carrara

Artista come homo faber che ha saputo lubrificare bene la meccanica che unisce le componenti della materia e dell’esistenza. I suoi lavori non sono da intendersi unicamente con un velo negativo ma si fanno luce e gioia per lo spirito indagatore dell’artista.

Federica Taddeo

Fonti

Visita personale alla mostra “Sperimentazioni sulla forma”

Botta, Maroaldi, Serafini. UMBERTO CARRARA. Sculture 1953-2000. Ossessioni quotidiane. Lubrina Editore