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La storia dell’ex centrale tornata in vita per l’arte

La vecchia Centrale di Via Daste e Spalenga, nasceva in una località di Bergamo, che si distingueva per la propria natura industriale. In questa zona tra il XII e XIII secolo scorreva un canale artificiale derivante dal fiume Serio, la Roggia Morlana; infatti, è lungo il suo percorso che si svilupparono i primi opifici, tra mulini e filande ad energia idroelettrica.

centrale elettrica
Ph credit Federica Taddeo

Nel 1927 viene edificata la nostra centrale termoelettrica in supporto al cotonificio Albini. Inizialmente alimentata a carbone, poi a gasolio, infine a metano. Diventa un luogo di lavoro soprattutto per le donne delle Valli Bergamasche:

«C’erano ragazze che partivano la mattina da Azzano o Stezzano, a piedi, e la stessa strada ripercorrevano alla sera. Quando nevicava, mettevano i loro abiti ad asciugare lungo le condotte che trasportavano l’acqua calda. Chi abitava più lontano non andava a casa tutti i giorni ma abitava nella Casa operaia, qui dietro. Di solito andavano via il sabato sera, per rientrare la domenica sera oppure quando avevano bisogno di vedere le loro genti. Nel periodo migliore eravamo davvero tanti, dicevano mille». (L’Eco di Bergamo, Articolo “Nonna Lina, la mia vita in fabbrica”, 2001)

centrale elettrica
Ph credit: Federica Taddeo

A seguito del trasferimento dell’industria cotoniera, negli anni ’60, il complesso venne abbandonato per circa quarant’anni, versando in un grave deterioramento. Nel Duemila iniziano i primi restauri, ma non manca un successivo periodo di abbandono.

riflessi
Ph credit: Federica Taddeo

Nel 2016 Contemporary Locus, associazione culturale della città, decide di intervenire attivamente, utilizzando la struttura come contenitore di un’opera site specific, per un periodo temporaneo. Una reinterpretazione dello spazio in disuso è stata fatta da Alfredo Pirri con “Passi”; l’operazione era risultata dialogante con l’ex centrale in maniera originale e creativa.

riflessi

L’intervento era consistito nel rivestire di una superficie specchiante il pavimento interno dell’edificio. Inizialmente intatta e priva di segni, in un secondo momento frantumata dai passi dei visitatori.

specchio
Ph credit: Federica Taddeo

Il pavimento riflettente amplificava la percezione della realtà circostante attraverso la riflessione e frammentazione dello spazio. In questa pratica si inseriva la sensibilità della ricerca dell’artista: una riflessione sull’identità di questo luogo industriale; luogo fatto di storia , lavoro, energia e ingegno.

luce
Ph credit: Federica Taddeo

Il visitatore era in grado di percepire una spazialità dilatata, personale e collettiva al tempo stesso. Non era richiesta unicamente una pratica fisica, ma era possibile integrare l’utilizzo di tecnologie. Attraverso l’App Your Steps, venivano registrati i movimenti, trasformati mediante un algoritmo in una sorta di costellazione. La visualizzazione del percorso, intrapreso da ogni visitatore sulla superficie specchiante, diveniva sinonimo della personale partecipazione al farsi opera, rimanendo impresso nella sua memoria.

riflessi
Ph credit: Federica Taddeo

Inoltre, in tempo reale veniva registrata la luce che durante le ore giornaliere penetrava, con intensità variabile, dalle finestre dell’edificio. Nella notte la centrale diventava una sorta di lanterna che per mezzo di un sistema di illuminazione controllato sintetizzava in 6 minuti la luminosità registrata durante l’intera giornata, allo scoccare di ogni ora nella notte.

luce
Ph credit Federica Taddeo

L’opera ambientale era riuscita a risollevare la memoria di questo gioiellino di archeologia industriale,  restituendo vita ed energia ai 1000 mq dominati da un carro ponte.

carro ponte
Ph credit: Federica Taddeo

CENSIMENTO

Oggetto: Stabilimento Industrie Riunite Filati, già Tosi e Albini

Località: Bergamo

Provincia: BG

Indirizzo: Via Daste e Spalenga

CLASSIFICAZIONE

Uso: In disuso

Usi precedenti: Stabilimento di filatura e centrale per la produzione di energia. In seguito locali affitati a diverse ditte.

Accesso: Da Via Daste e Spalenga

Interno accessibile: No

NOTE STORICHE

Date di costruzione: Fine XIX secolo

Architetto: Non reperibile

Committente: Soc. Tosi e Albini

 

Sitografia:

Contemporary Locus